Luglio 16
2018
Le scuole e la cultura
Il più antico sapere romano, la “sapientia”, è concretamente volto “ad res” al concreto. Ha ben poco in comune con la ricerca speculativa del vero, propria dei Greci.
Sapere è, per il romano di buono stampo, apprendimento del vivere pratico, buon senso e saggezza, arte di vita più che scienza in assoluto.
In questo clima la famiglia romana ha educato i ragazzi fino a quando con la conquista del più vicino Oriente, l’arrivo a Roma dei maestri greci, spesso prigionieri di guerra, non apre più vasti orizzonti all’istruzione della gioventù.
Si aprono allora scuole di privati, primo nucleo delle scuole pubbliche imperiali, la conoscenza della lingua greca è parte essenziale di una buona educazione.
La scoperta di un più vasto mondo spirituale attrae ben presto la migliore gioventù. Ma nonostante l’apertura di questi nuovi orizzonti, la tradizione familiare e culturale permane come educazione base: è in seno alla famiglia che il culto degli antenati impartisce la quotidiana lezione di civiche virtù ed è in seno alla famiglia che si tramandano le tradizioni più schiettamente romane.
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