In viaggio II
“Avanzavo tra due file di curiosi, fino ad un semicerchio formato dagli arabi, davanti al quale stava il “vecchio dalla barba bianca”. Avrei voluto correre fino a lui ed abbracciarlo, ma ero intimidito dalla presenza della folla e non sapevo come avrebbe reagito. Feci dunque ciò che mi dettavano le più scontate convenzioni: avanzai risolutamente verso di lui, togliendomi il casco, e dissi: “Doctor Livingstone, I presume?”
Henry Morton Stanley
Diari dell’esplorazione africana
Effetti delle radiazioni solari
I raggi ultravioletti determinano l’abbronzatura (produzione da parte di particolari cellule della pelle, dette melanociti, di un pigmento scuro o melanina che fa da schermo contro le radiazioni ) e l’ispessimento dello strato superficiale dell’epidermide. Nonostante questi meccanismi di difesa i raggi UV possono essere pericolosi per la salute, in particolare di chi, come il viaggiatore internazionale, vi si deve esporre per ore nel deserto o ad alta quota con lo schermo dell’atmosfera ridotto ( a 1.500 m di quota l’intensità della luce solare è del 20% superiore a quella a livello del mare).
I raggi UV provocano infatti lesioni che vanno dalle scottature solari all’invecchiamento precoce della cute e, peggio ancora, ai tumori della pelle (epiteliomi e melanomi). I raggi UV di tipo B sono i più pericolosi riguardo il cancro cutaneo e all’invecchiamento della pelle. I viaggiatori nel deserto e ai tropici, i vagabondi del mare e gli alpinisti ricordino che sia il temibile melanoma, sia i meno pericolosi epiteliomi (anch’essi mortali comunque se non asportati in tempo utile) sono facilitati dall’esposizione cronica ai raggi solari.
In particolare i viaggiatori sopra i 40 anni, di carnagione chiara e capelli biondi, con pelle ipercheratosica, cioè ispessita dalla continua esposizione al sole (comunemente la si chiama “pelle da marinaio” o “pelle da contadino”), deve vigilare sulle alterazioni della sua pelle, in particolare sui nei che si modificano di forma e colore o sui noduli superficiali scorticati che non tendono a guarire (possono essere degli epiteliomi basocellulari).